Il nuovo sistema di identità digitale italiano si trova al centro di una controversia che potrebbe mettere in discussione la sua stabilità futura. E’ passato più di un anno, infatti, dalla promessa governativa di destinare 40 milioni di euro ai gestori dello Spid, ma i fondi si trovano ancora bloccati nei meandri della burocrazia. Una situazione quasi paradossale, considerato che è stato lanciato da poco anche l’IT-Wallet, il nuovo portafoglio digitale accessibile proprio tramite Spid.
La vicenda inizia nell’Aprile 2023, nel momento in cui l’esecutivo garantisce questo supporto economico sostanzioso, proprio per assicurare un servizio continuativo ed efficiente. Si parla di un emendamento al decreto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza che aveva stanziato i fondi, legandoli al raggiungimento di obiettivi specifici: 42,3 milioni di cittadini che usufruivano dell’identità digitale entro la fine del 2025 e la connessione al servizio di almeno 16.500 enti pubblici entro Marzo 2026.
Nonostante la firma delle convenzioni con i principali gestori nell’Ottobre 2023, tra cui Poste che gestisce la maggioranza delle identità, il decreto che dovrebbe sbloccare i fondi è rimasto lettera morto. Sembra confermata l’esistenza di una bozza, ma il documento ufficiale non ha ancora visto luce, lasciando i gestori in attesa delle risorse promesse e necessarie per il mantenimento dell’infrastruttura.
Le funzioni dello Spid
Al di là delle questioni economiche, lo spid si è già affermato come un pilastro fondamentale per la digitalizzazione italiana. Dal 2021, è il metodo principale di autenticazione per avere interazioni con la Pubblica Amministrazione, mandando direttamente in pensione i vecchi pin di accesso. Grazie allo Spid, infatti, si può accedere alla maggior parte dei servizi pubblici, dall’accesso ai servizi INPS per la gestione delle pensioni, della disoccupazione e dei sussidi, alla consultazione del proprio cassetto fiscale presso l’Agenzia delle Entrate, fino al download del CUD e alla stampa del 730 precompilato.
Lo Spid non agevola solo i servizi pubblici, è possibile utilizzare questa identità digitale anche presso piattaforme private, come servizi bancari o anche accessi a siti di gaming regolarizzati dall’ADM, che talvolta prevedono bonus scommesse, oltre ad una registrazione sicura e verificata.
L’utilità di questa identità digitale si estende anche verso servizi più specifici e territoriali, si parla di prenotazioni di visite mediche ma anche della consultazione del fascicolo sanitario elettronico per intero, o ancora, la gestione delle contravvenzioni e i pagamenti del bollo auto fino all’iscrizione scolastica dei propri figli. Per professionisti e imprese oggi, rappresenta già uno strumento essenziale per l’accesso al registro delle imprese e per la gestione della fatturazione elettronica, ma soprattutto per l’interazione con lo sportello unico delle attività produttive (SUAP).
Già nel Settembre 2022 si contavano oltre 31 milioni di utenti attivi, dimostrando come lo Spid sia un’innovazione necessaria ed essenziale per la digitalizzazione del nostro paese. Tuttavia, questo ritardo dei pagamenti promessi alla gestione inizia a far sollevare perplessità sulla sostenibilità futura di questo sistema.
E’ sicuramente una questione che il governo dovrà affrontare il prima possibile, considerato che le convenzioni attuali hanno una scadenza per Ottobre 2025 e sarà quindi necessario avviare nuove trattative con chi garantisce la continuità di questo servizio ormai per molti italiani indispensabile.