Politiche fiscali improntate sui temi Esg

Anche le politiche fiscali delle multinazionali ormai non possono prescindere dalle tematiche Esg. Un ambito che sta cogliendo lo studio legale e fiscale Tremonti Romagnoli Piccardi e Associati, che di recente ha assistito Enel, per gli aspetti fiscali, nel più grande finanziamento “Sustainability-Linked” al mondo ad oggi realizzato. Nel dettaglio, lo studio, con un team composto da
Lorenzo Piccardi, Matteo Porqueddu e Ira Shiku, ha seguito a livello fiscale Enel nella concessione di una linea di credito di tipo revolving “Sustainability-Linked” a Enel e alla sua controllata Enel Finance International, per un importo pari a 10 miliardi, con scadenza
a cinque anni. Di questo importante deal e della riforma fiscale abbiamo parlato con Lorenzo Piccardi.

Come studio avete seguito gli aspetti fiscali di un’importante operazione di finanziamento Esg. In generale, quali sono gli ambiti innovativi, relativi al settore fiscale, su cui vi state concentrando?
La politica fiscale delle grandi multinazionali attente alle tematiche Esg sta assumendo un ruolo sempre più centrale sia nella S sia nella G. È ormai chiaro che l’impatto Social delle politiche fiscali utilizzate dalle grandi multinazionali sarà sempre più al vaglio dei più attenti osservatori del fenomeno. Soprattutto in questo periodo storico dove gli Stati hanno fornito enormi risorse alle imprese per superare la crisi pandemica, pagare la propria “fair share of taxes” dovrà diventare un imperativo per quelle multinazionali che vorranno ambire ad un vero riconoscimento Esg. Oltre all’approccio “etico” di cui sopra, che ovviamente necessita di una profonda mutazione di cultura aziendale, anche grazie all’azione massiccia di diverse entità “sovranazionali” si stanno poi sempre di più imponendo approcci “trasparenti” in merito alle politiche fiscali. Valga per tutte la recente entrata in vigore della direttiva DAC6 in materia di obblighi di comunicazione delle operazioni fiscali cross-border più sensibili. Per quanto riguarda poi la G, il riconoscimento dell’importanza della variabile fiscale nella “soft law” di settore in materia reportistica “non finanziaria” è ora ben messo a fuoco. Al riguardo, infatti,
il “Global Reporting Initiative” ha recentemente introdotto un’apposita sezione dedicata alla disclosure di informazioni “fiscali” come: l’approccio alla fiscalità; la governance fiscale e il controllo del rischio; il coinvolgimento degli stakeholder e le relativa “preoccupazioni” in materia fiscale; la rendicontazione paese per paese.

A livello politico, si parla di riforma fiscale. A suo avviso quali misure potrebbero favorire il rilancio del tessuto imprenditoriale?
Sicuramente servono misure volte a favorire l’integrazione di aziende (step up dei valori ad un costo esiguo, aliquota del 3%, come per rivalutazioni e riallineamenti). Penso anche all’eliminazione dell’Irap e dell’aliquota unica ai fini Corporate Income Tax, alla riduzione dell’aliquota unica al 27,9%, contro il 21% degli Stati Uniti. Per il rilancio delle imprese, inoltre, sono necessarie modifiche alle norme sulla deducibilità degli interessi passivi (deducibilità integrale fino a 3 milioni come previsto dall’Atad), l’utilizzabilità delle perdite al 100% (non nel limite dell’80%) e carry back delle stesse.

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